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Attorno ad un tavolo si sono
decisi i destini di uomini, su di un tavolo si è
scritto il sapere dell'umanità, ci si riunisce
ad un tavolo per confrontarsi e ricordare, ci si appoggia
ad un tavolo con un libro per leggere testi e anche per
vedere immagini.
Il tavolo, essenza stessa del museo, è una superficie
della memoria, che accoglie le testimonianze e la
storia: se sfiorato, restituisce ai visitatori i suoni
e le immagini che virtualmente e invisibilmente trattiene.
Antiche forme narrative, come la tradizione del racconto
orale, e nuove tecnologie, come videoproiezioni sincronizzate
e interattive, convivono nel grande tavolo del museo,
a sua volta sovrastato da un lungo schermo su cui vengono
proiettati i volti, antichi e spesso sconosciuti, dei
protagonisti e dei testimoni della resistenza.
Lo schermo, sottile velo verticale, corre per
tutta la lunghezza del tavolo e ne divide i due lati:
esso rappresenta il luogo della memoria, dei ricordi,
delle testimonianze appassionate.
Sfiorando appena, con un solo movimento, la superficie
del tavolo i volti degli uomini e delle donne si
animano e, in sintonia con le immagini proiettate
sui modelli di libri e raccoglitori che il tavolo espone,
ci parlano della storia attraverso le loro intense esperienze
personali.
Ascoltiamo attenti i racconti, completati da fotografie e filmati di repertorio, e nello stesso tempo osserviamo i volti che, attraverso le rughe, il candore dei capelli, i segni del tempo e dell'età, rimandano l'eco di altre vite, vicine e parallele a quelle che ci vengono narrate. Una pluralità di storie, volti, ed immagini che possono essere visionate individualmente o collettivamente dal pubblico.
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